L'angelo di Castelforte by Gabriella Genisi

L'angelo di Castelforte by Gabriella Genisi

autore:Gabriella Genisi [Genisi, Gabriella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-05-12T12:00:00+00:00


“E quale mai s’invera Canzoniere da questo tanto tentato Io / se al grande giro di attorno, di nada, soltanto mento, spio?”

Le giornate di marzo si stavano allungando, l’aria si riscaldava e il Salento si preparava ad accogliere le centinaia di migliaia di presenze che da aprile a ottobre affollavano le spiagge durante il giorno e i centri storici fino a notte fonda. Nei posti di mare, complici le agevolazioni fiscali varate dai governi, era tutto un fiorire di ristrutturazioni, ampliamenti edilizi e rifacimenti di facciate. Prima di tornare a Castelforte, Chicca si allungò a Gallipoli e percorse il lungomare fino al centro storico, il vero cuore della cittadina. Arrivò alla spiaggia della Purità, discese i gradini che portavano al mare, tolse gli anfibi, sfilò i calzini, arrotolò i jeans e passeggiò sulla sabbia bagnata. Dio, quanto le era mancata Gallipoli. Allontanarsi da Flavia aveva significato anche lasciare un luogo molto amato, per questo ogni tanto sentiva il bisogno di tornare. Di purificarsi in quell’acqua trasparente, il suo Gange personale.

A Castelforte c’era aria di smarrimento, alcuni ospiti erano ancora negli appartamenti riservati, altri si aggiravano come zombie nelle parti comuni, altri ancora stazionavano a piccoli gruppi ai piedi della torre dove Fabian Vogel, l’appestato, quel giorno teneva banco. Al contrario dell’ermetico Ronny, che era chiuso dalla notte precedente nella dimora di Lord Allen, il tedesco snocciolava particolari veri o presunti sulla base di quello che aveva ascoltato la sera prima nell’ufficio all’ultimo piano della torre gugliata. La Lopez attraversò il cortile e lo fulminò con una occhiata. «Vogel, poche chiacchiere e si tenga pronto» gli gridò. «Entro un’ora inizierò ad ascoltare gli ospiti.»

Ce ne vollero anche meno, Victor Allen aveva avuto un collasso durante la notte e il medico personale sconsigliava di provocargli ulteriore stress. Alle rimostranze della Lopez sulla necessità di ascoltarlo aveva replicato con durezza. «È disposta, qualora il mio paziente si aggravasse e addirittura morisse, a sopportare sulla coscienza la sua morte?»

Il maresciallo strinse i pugni e si morse la lingua, intanto nella sua mente si andava delineando una idea ben precisa.

La mattina passò veloce con le audizioni di tutti gli scrittori inseriti nel programma, poi man mano del personale, rispettando un certo ordine gerarchico. Prima interpreti, segretari, animatori, e nel pomeriggio cuochi, camerieri, manutentori. Gli scrittori furono compatti nel raccontare ogni bene di Rolf. Comunicativo, disponibile, allegro, a detta di tutti il vichingo era stato uno dei pilastri del gruppo. Nessuno conosceva il suo progetto, venne fuori che ognuno custodiva gelosamente il plot al quale stava lavorando. «Ignora forse che gli autori sono dei veri e propri ladri?» le confidò sbattendo gli occhioni bistrati Hyacintha Garcia, una giallista quarantenne arrivata dal Sudamerica avvolta in uno chemisier di seta a fiori arancio.

«Ho poca esperienza in fatto di scrittura ma di ladri mi intendo abbastanza» replicò la Lopez ironica.

«Non di questi, si fidi. Rubano parole, respiri, tramonti, amori e morti, vecchi segreti di famiglia. Talvolta un’idea folgorante che incautamente hai raccontato. Si potrebbe uccidere per la causa.»

La Lopez cambiò espressione.



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